RACCONTO SUL DOLORE LOMBARE

Estratto dal libro “Racconti di 100 trattamenti” di Shizuto Masunaga (Shiatsu Milano Editore)

Il racconto che vi proponiamo è il n. 3 e si riferisce al dolore lombare: abbiamo pensato che questa integrazione potesse permettervi di approfondire il modo di lavorare di Masunaga sensei e la sua pratica sul tatami, dal tocco amorevole e sobrio. Potrete anche comprendere meglio il disagio del vostro ricevente e, oltre a fare la valutazione dei meridiani e degli organi, aiutarlo con consigli per correggere il perdurare dello squilibrio e invogliarlo a prendersi cura del proprio corpo e della propria vita.

Il dolore lombare (lombalgia)

“In questi ultimi tempi molti pazienti soffrono di dolori lombari. In precedenza, questo sintomo era considerato tipico della vecchiaia; in Giappone si diceva che il dolore ai reni era dei quarantenni e quello alle spalle (chiamato anche “spalla congelata”) dei cinquantenni, ma di recente la lombalgia colpisce anche i più giovani.
Il dolore lombare si estende dalla decima vertebra dorsale fino al coccige. Lombalgia è il nome generico di numerosi sintomi, cause e malattie, pertanto è necessario porre estrema attenzione a tutto ciò che il paziente manifesta. Le cause del disagio sono le più svariate: da chi ha tentato di sollevare oggetti pesanti e quindi è rimasto bloccato, a chi è caduto dalle scale e prova dolore nel sedersi, pur riuscendo a camminare, o a chi riesce a muoversi ma non può stare a lungo in piedi; il dolore a volte dipende da come ci si siede, o si manifesta nell’atto di cominciare a camminare ma passa mentre si passeggia…insomma, esistono davvero svariate manifestazioni di lombalgia.
I medici, guardando le lastre, diagnosticano l’ernia o la sciatica (ischialgia), senza entrare nel dettaglio dei sintomi e senza visitare i pazienti; quasi con disinvoltura, fanno punture, somministrano farmaci per alleviare il dolore e, se possibile, ingessano l’area interessata. Quindi, non è raro che il paziente venga ospedalizzato per lunghi periodi, o comunque debba fare terapie presso gli ospedali.
Ovviamente, l’aumento di casi di lombalgia ha portato all’aumento di operatori e trattamenti non riconosciuti ufficialmente, ma purtroppo queste cure non permettono una diagnosi completa perché non considerano la persona nella sua interezza.
Anche la chiropratica, ad esempio, si avvicina al problema, ma non può cogliere completamente la natura del dolore lombare solo osservando lo spostamento e riallineando le ossa; e nemmeno l’agopuntura, la moxaterapia e l’osteopatia, che invece si concentrano sul dolore. Voi mi direte che la cura della lombalgia deve mirare a risolvere il dolore: vi chiedo di pazientare e di ascoltare il mio pensiero.

Accanto alla mia clinica di Ginza a Tokyo c’era un parrucchiere. Un giorno una loro cliente scivolò davanti all’entrata del negozio: pensando che avesse sbattuto le ossa del bacino, la feci stendere sul loro lettino e, toccandole i meridiani nella parte inferiore di quella zona, notai che tutta l’area interessata era tesissima. In quello stato, bastava poco per farsi seriamente male. Trattai con successo la parte, ma iniziai a preoccuparmi quando mi resi conto che la donna non riusciva a muovere la gamba destra: compresi allora che si era fratturata la testa del femore. Mentre telefonavo all’ospedale, ebbi i sudori freddi. Preoccupato, tornai alla mia clinica, ed in seguito ricevetti una telefonata dal dottore dell’ospedale che si congratulò per la qualità del mio trattamento. Ne fui sollevato, visto che ero riuscito a non fare del tutto una figuraccia!
In caso di lombalgia, potrebbero verificarsi anche episodi di questo genere.

Negli ultimi tempi le gambe non vengono tenute in allenamento, ed il disuso della seiza (posizione seduta tradizionale giapponese, il cui significato letterale è “sedersi correttamente”, inginocchiati sulle gambe piegate) ha portato all’indebolimento degli arti inferiori e delle anche dei giapponesi. Così, è aumentato il numero di lombalgie causate a volte da piccolissimi traumi, capaci però di scatenare un forte dolore e disagio.
I medicinali che si prendono oggigiorno per altri leggeri malesseri quali raffreddore, disturbi della pressione arteriosa e malfunzionamento dell’apparato digerente, tendono a nascondere i sintomi legati alla lombalgia, impedendoci così di prendere coscienza del problema.
L’anca, in Giappone, è una zona importante: è un kanamè, cioè un punto da cui partono tutti i movimenti. Il relativo pittogramma raffigura l’azione di una donna che avvolge l’anca con una cintura caratteristica dell’abbigliamento tradizionale femminile giapponese. Il perno di un ventaglio corrisponde esattamente a questa lettera. Tale punto necessita di molta attenzione, perché tutto si concentra lì. L’anca (koshi), come il collo (kubi), sono kanamè: zone fondamentali per il controllo dei movimenti corporei.
E’ per l’importanza del movimento delle anche che, se si avvertono dolori e sintomi in quell’area, in realtà il malessere non proviene da lì. Infatti, curando molti casi di lombalgia, ci si rende conto delle molteplici possibili cause, così come della loro correlazione a sforzi di ogni genere, stanchezza e vari disordini alimentari, che si sommano e manifestano come campanelli d’allarme per permetterci di curarci. In questi casi, dico ai pazienti: “Guardi che, senza questa lombalgia, lei avrebbe continuato a fare sforzi fino a sviluppare malattie davvero serie. Perciò, non consideri il dolore come una cosa fastidiosa che le rovina la vita attuale, ma ne sia quasi grato; ci rifletta, anche se ora la pensa diversamente. Io con le mani sento che i suoi organi interni sono allo stremo: non deve avere fretta di guarire, ma ringraziare Dio che le ha dato la possibilità di fermarsi e riflettere; io la curo per far sì che il suo corpo ritorni pieno di energia, affinché si auto-difenda da malattie serie”.
Questo è ciò che credo, e che spiego ai miei pazienti mentre li curo.

Quando siamo di fronte a dolori alle anche, dobbiamo allarmarci e capirne la vera origine. Innanzitutto, si deve partire dall’addome; ricordate di trattare sempre con la massima importanza l’hara (addome). Se i muscoli della schiena che sostengono i fianchi sono tesi o distorti, potrebbero certamente causare lombalgia, ma questa è solo una parte del problema. Alcuni ritengono che la colpa sia dovuta al fatto che ci siamo eretti, e dunque il camminare su due piedi potrebbe causare disturbi. Se fosse vero, tutti dovrebbero soffrire di questi dolori, ma non è così. Il corpo è strutturato per permetterci di camminare sui piedi: solo qualora il fisico presenti problemi, iniziano i disagi. Infatti, se per qualche motivo il muscolo iliaco o il muscolo grande psoas, che costituiscono l’ileopsoas, sono tesi o allungati, la nostra postura ne risente. Si può dunque concludere che questi muscoli sono collegati alla zona addominale, e quindi anche agli organi interni, che perciò a loro volta possono provocare la lombalgia”.

Shizuto Masunaga
“Racconti di 100 trattamenti”